Chiesa Collegiata di Santa Maria della Presentazione
Venne costruita tra il 1710 e il 1723 per volere del principe Francesco Maria Ruspoli, feudatario di Vignanello, e dello zio cardinale Galeazzo Marescotti.
Precedentemente nello stesso luogo sorgeva l’antica Chiesa Matrice, dedicata all’assunzione della Madonna, di stile romanico, a tre navate, con otto colonne ed il campanile in facciata. Il progetto è dell’architetto romano Giovan Battista Contini ma venne edificata sotto la direzione dell’architetto genovese Giovan Battista Gazzale. Consacrata nel 1725 da papa Benedetto XIII, la sua mole risalta nel profilo del centro storico di Vignanello, di fianco alla sagoma del Palazzo Ruspoli. La facciata è caratterizzata dagli ordini tuscanico e ionico sovrapposti, sormontati da un timpano. L’interno, ad aula unica coperta con volta a botte, ha tre cappelle per lato e si conclude con un’abside semicircolare ornata da una preziosa Gloria di angeli in stucco dorato che racchiude un quadro di Annibale Carracci, raffigurante la Madonna col Bambino. Contrapposta alla Gloria vi è la cantoria settecentesca decorata da splendide sculture in legno e stucco, che incornicia l’organo realizzato nell’ottocento da Angelo Morettini da Perugia. Una particolarità delle decorazioni è data dalla singolare ricorrenza del muso di un cagnolino. Lo si trova negli intagli di due grandi bracci portaceri in legno dorato, nelle volute delle mensole che sostengono un balconcino, al di sotto degli stemmi scolpiti sulle porte d’ingresso laterali. Si tratta del cane (un bolognese) di Francesco Maria Ruspoli, fondatore della chiesa. Il principe ci era così affezionato da averlo voluto al suo fianco nel ritratto conservato al piano nobile del palazzo e un’antica leggenda paesana vuole che il suo fantasma a cavallo sorvegli la sepoltura della bestiola (o secondo altre versioni, il luogo in cui si trova un favoloso tesoro) all’interno del bosco attiguo al giardino del castello: il cocchio. Le prime due cappelle laterali sono dedicate a San Biagio, patrono storico di Vignanello e Santa Giacinta, compatrona. Prima della canonizzazione di Giacinta Marescotti l’altare era dedicato a San Francesco d’Assisi ed ospitava una tela che attualmente è conservata presso la chiesa degli Angeli Custodi. Nella cappella di Santa Giacinta è collocato il monumento funebre del Cardinale Galeazzo Marescotti, contenente, per suo volere testamentario, il suo cuore. Sul pavimento della chiesa, davanti alla cappella di San Biagio è visibile l’unica botola rimasta, comunicante con gli ossari sottostanti. Prima dei vari rifacimenti del pavimento ve ne erano almeno sei, per altrettanti vani destinati alle sepolture della popolazione vignanellese. La chiesa originariamente era color celeste e bianco. I colori attuali sono dovuti al “restauro” realizzato da Padre Ortenzio Gionfra, come riportato su una lapide commemorativa all’ingresso della chiesa.
Il museo
Dedicato al principe Francesco Maria Ruspoli, è stato realizzato nel 2009 dal Comitato Festeggiamenti Patronali, classe 1969 e raccoglie importanti opere d’arte, paramenti ed altri oggetti di culto legati alla storia della Chiesa Collegiata. Da ricordare il ritratto del principe stesso, i paramenti sacri indossati da papa Benedetto XIII durante le cerimonie di consacrazione della chiesa, le palle di cannone sparate dalle milizie francesi nel corso dell’assedio del 1798, un dipinto su tavola di Giovanni Francesco D’Avanzarano detto il Fantastico (sec. XV/XVI) raffigurante sui due lati il Salvatore e l’Assunzione della Madonna.
L'organo
Pregevole opera di Angelo Morettini di Perugia (1844) restaurato e “migliorato” nel 1890 dalla ditta Carlo
Aletti & figli di Monza. La cornice barocca in cui è inserito è tra le più spettacolari di tutta la provincia.
La Gloria
Posta nell’ abside della Chiesa L’opera, in stucco dorato, è composta da una tribuna che racchiude un
quadro raffigurante una Madonna con Bambino. L’opera, benedetta dal cardinale Michelangelo Conti (futuro papa
Innocenzo XIII) e donata dal principe Francesco Maria Ruspoli alla popolazione vignanellese, venne collocata al centro della Gloria il 4
novembre 1724. Non si hanno notizie certe sull’autore, ma un documento scritto dal principe sembra attestare la paternità ad Annibale Carracci (Bologna 1560 - Roma 1609). La
tribuna della Gloria è opera di Giuseppe Riccardi, mentre gli altri stucchi sono probabilmente da attribuire al
Bernasconi. Le indorature vennero eseguite da Giovanni De Angelis e Giuseppe Calamari. Successivamente alla sua realizzazione la Gloria ha subìto interventi di restauro e manutenzione: nel 1864
la tribuna è stata indorata di nuovo da Marco Molinari, è stata ripulita nel 1890 e nel 2007 dal Comitato Festeggiamenti Patronali, Classe 1967.